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ATTUALITA'
La poesia di Giacomo Scotti: ridere per non piangere
Giacomo Scotti, tanto comunista da trasferirsi, nel 1947, da Napoli alla
Jugoslavia di Tito. Questo signore riceve oggi la pensione italiana.
> Lega Nazionale >
LA NOSTRA FAME D'AMORE di Giacomo Scotti (Dal Libro CON TITO, Editore : Spektar - Zagreb , 1975. Tutte le poesie del volume sono state tradotte dal croato e dallo sloveno, da Giacomo Scotti. "La nostra fame d'amore", dello stesso Scotti, è invece l'unica in italiano)
Ricordo i primi anni. La gente di mia lingua pronunciava a fatica le parole anche se belle come drug, zadruga, udarnik. Ma dire Tito è facile è come dire l'acqua dire il sole un saluto brevissimo di buon augurio. E prima ancora, al tempo della violenta morte quotidiana al tempo in cui la vita era legata a un filo tenuta per i denti si scriveva sui muri Tito Tito nome probito gridato anche da noi stirpe italiana nelle battaglie della libertà lanciato sulla bocca dei fucili da Pino Budicin dai suoi fratelli ancora ripetuto in questa terra comune. Si diceva Tito e si moriva quasi contenti. Si scriveva Tito sui muri e cento vivi credevano nella libertà di vivere perchè non ci fossero più le notti. Tito, un uomo come noi. Lo abbiamo avuto padre nelle disgrazie per lui abbracciavamo i popoli come fratelli anche nell'ombra della solitudine. Domani i posteri forse ci invidieranno la nostra presenza con Tito. Domani diranno eroici i nostri giorni che portiamo in spalla come un peso consigliandoci di tanto in tanto col cuore guardando spesso a lui per leggerli negli occhi le parole antiche buone di unità, eguaglianza, di fratellanza, del rosso che dovrebbe rivestirci, della giustizia che dovrebbe sempre nutrire la nostra fame d'amore. Domani forse i posteri ci benediranno perchè lo amammo perchè dicemmo un nome che non è un nome ma coscienza e fortezza e, ancora una volta, nostra fame d'amore. (1970) (Da "La Sveglia", n. 158 - Giugno 2005)
L'interrogazione parlamentare dell'on. Menia
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