Foibe ed Esodo: scambio di (cortesi) argomentazioni

Alcuni dubbi di un nostro cortese lettore, e le risposte del Presidente della Lega Nazionale

 

Email inviata dal signor Roberto Pellati di Modena:

Sono un appassionato di storia contemporanea e in particolare del problema del confine orientale. Considero il comunismo uno dei peggiori mali della storia dell'umanità, tuttavia non posso dimenticare che le foibe, la mutilazione territoriale con connesso esodo, non sono per niente figli del comunismo bensì del nazionalismo slavo (che tale sarebbe stato anche con un regime ustascia o anche democratico) aggravato inoltre dalla voglia di vendicarsi per i torti (snazionalizzazione culturale, divieto dell'uso delle lingue slave, italianizzazione forzata dei cognomi, ecc...) subiti ad opera degli italiani dal 1920 al 1941 diventati poi crimini dal 1941 al 1943 (guerra di aggressione, fucilazioni di massa, internamenti in campi di concentramento con relativi maltrattamenti e uccisioni).

Io non riesco a capire alcune cose della vostra filosofia:

1) Non parlate mai dei crimini commessi dagli italiani ma solo di quelli subiti, quando i secondi sono (almeno in parte) conseguenza (comprensibile sul piano logico anche se non giustificabile su quello morale) dei primi. Un approccio non demagogico prevederebbe dopo 50 anni di trattare quegli argomenti in modo completo e con reciprocità.

2) Vi lamentate del fatto che il trattato di pace del 1947 sia stato un trattato ingiusto: è vero avete ragione, ma dimenticate che la storia ha ampiamente dimostrato che tutti i trattati di pace sono ingiusti a cominciare da quello di Rapallo del 1920 che ha inglobato entro i confini italiani ampi territori a prevalente componente slovena e croata.

3) Contestate il Trattato di Osimo, dimenticando che non ha fatto altro che prendere atto e ufficializzare una situazione internazionalmente accettata e di fatto immodificabile (se non con la guerra) venutasi a creare col Memorandum di Londra del 1954. E tutti sapevano che in quel momento quella che veniva chiamata per pudore "linea di demarcazione" in realtà era un vero e proprio confine di stato italo-jugoslavo. Il Trattato di Osimo ha solo chiamato quel confine col suo vero nome.

4) Parlate ancora di tragedia dimenticata, ma io sono almeno 20 anni che sento parlare in continuazione di foibe e di esodo.
E' vero che fino ai primi anni 80 se ne parlava poco e che per motivi di politica internazionale si è cercato di insabbiare l'argomento ma è anche vero che in cambio si è ottenuto l'insabbiamento dei processi ai criminali di guerra italiani in iugoslavia (per non parlare di quelli in etiopia, libia e altri possedimenti).

Italiani brava gente è una bufala: chi scatena una guerra non è brava gente ma solo assassini (e non vale a ridurne la portata il fatto che eravamo in compagnia di assassini peggiori di noi quali erano i tedeschi).

Per concludere io, pur rispettando il dolore dei familiari degli assassinati nelle foibe e delle vittime dell'esodo, considero il vostro (e quello delle istituzioni italiane)modo di trattare l'argomento come troppo parziale e di conseguenza demagogico.
Sono d'accordo invece sulle vostre osservazioni in merito all'infame atteggiamento che sempre hanno avuto sull'argomento i comunisti italiani.

Cordiali saluti

LA RISPOSTA DEL PRESIDENTE DELLA LEGA NAZIONALE AL SIGNOR PELLATI:
Caro Signor Pellati,

La ringrazio per la Sua mail del 4 marzo e cercherò di fornirLe i chiarimenti richiesti.

1) Sono convinto che il primo criterio dello storico debba essere quello di definire l’oggetto di cui parla. Nel nostro caso sono convinto che Foibe ed Esodo debbano essere inquadrati nell’ambito della terza guerra mondiale (quella iniziata il 1 maggio 1945 e terminata a Berlino nel 1989).

2) In tale ottica Foibe ed Esodo hanno costituito strumenti messi in atto dallo Stato comunista jugoslavo in fase di costituzione ed hanno avuto quali vittime sia italiani che sloveni e croati (in Slovenia a pochi chilometri ad est di Gorizia ci sono stati migliaia e migliaia di sloveni assassinati, a guerra finita, dai comunisti di Tito).

3) Ciò chiarito sta benissimo che si parli dei contesti storici precedenti: la II Guerra Mondiale, lo scontro tra Totalitarismi, il fascismo in Italia, la I Guerra Mondiale caratterizzata dall’esplosione delle identità nazionali e, prima ancora, la politica criminale degli Asburgo che ha fatto nascere in queste terre un conflitto tra le etnie slave e quella italiana, laddove per secoli ai tempi di Venezia, la convivenza era stata assolutamente pacifica e proficua.

4) Non accetto viceversa la logica “giustificazionista” implicita nell’affermare “è vero ci sono state le Foibe, però prima c’è stato…..” . E’ una logica che si fonda sul presupposto barbarico di legittimare la vendetta e la legge del taglione nei rapporti tra i popoli e gli Stati. In questa logica il 12 giugno 1945 quando i titini hanno lasciato Trieste, gli italiani di Trieste che avevano subito la tragedia delle Foibe avrebbero dovuto o almeno potuto scatenarsi nella caccia allo slavo, nelle rappresaglie e nelle vendette. Niente di tutto ciò è avvenuto come nessuna violenza antislava è stata messa in atto dalle decine di migliaia di esuli istriani arrivati a Trieste e finiti nei campi profughi grazie al comunismo di Tito. Aggiungo che tali comportamenti dei triestini e dei profughi istriani sono ovviamente apparsi assolutamente naturali perché – tra le genti civili – la vendetta non è un diritto, non è una giustificazione ma solo una colpa e un comportamento bestiale.

5) Il discorso sul Trattato di Pace del 1947 e quello di Rapallo del 1920 potrebbe essere molto lungo. Certo è che dopo Rapallo non si è verificato l’esodo che si è verificato dopo il Trattato di Pace.

6) Il Trattato di Osimo: se era inutile perché lo si è fatto?

7) Il silenzio sulla tragedia delle Foibe e dell’Esodo senz’altro non ha impedito che se ne potesse parlare. Certo se ne è parlato molto ma molto meno rispetto ad altri temi ed è anche vero che è stata necessaria la fine del comunismo perché il livello di informazione potesse crescere. Resta il fatto, scandaloso, che tutta la pubblicistica che gira nell’ambito scolastico è ancora caratterizzata dalla rimozione di questi temi.

8) Apprezzo che Lei condivida il mio giudizio negativo sul Comunismo. Peraltro, a quindici anni dal fallimento del sistema comunista quanti film abbiamo visto sui gulag sovietici, sui massacri realizzati in tutte le parti del mondo in nome della Rivoluzione Comunista? Sicuramente molti ma meno molti di quelli che sono stati prodotti (doverosamente) sui crimini scandalosi ed inqualificabili del nazismo. C’è evidentemente nel campo della cultura e della comunicazione un perdurare di certi meccanismi di condizionamento ideologico. Mi auguro che ce ne libereremo al più presto.

Spero con queste osservazioni, necessariamente sommarie, di averLe almeno parzialmente chiarito le nostre posizioni e sarò comunque ben lieto di proseguire in qualsiasi occasione tale chiarimento.

Cordiali saluti. Il Presidente – avv. Paolo Sardos Albertini