La via dedicata a Tito

La via dedicata a Tito
DOV’E’ FINITO IL FRONTE ANTI GRANBASSI?

A proposito dell’intitolazione di una via di Lubiana al maresciallo Tito, ho invano aspettato una tempestiva reazione innanzitutto e soprattutto da parte di quei gruppi che giustamente hanno vivacemente protestato e si sono pubblicamente indignati per la decisione della giunta comunale di Trieste di intitolare una via a Mario Granbassi.

Tale evidente parzialità oltretutto indebolisce e rende meno credibile la reazione degli antifascisti, rende meno efficace la loro linea di condotta. Nessuno ovviamente mette in discussione il diritto del consiglio comunale di Lubiana di decidere a chi intitolare vie, ma nessuno può togliere a noi, di Trieste, il diritto – e il dovere – di esprimere netta contrarietà a una decisione che ci riporta in un passato da cui per fortuna dovremmo essere tutti usciti. Non si può dimenticare che Tito è stato il capo di quel regime comunista che immediatamente dopo la guerra ha attuato un dura repressione politica e ideologica, ha chiuso le chiese, le sedi di partito, ha tolto la libertà di parola, ha diffuso in tutti i punti della società l’Ozna, quel servizio segreto di informatori che aveva il compito di controllare uomini e gruppi. E’ il regime che poi ha creato Goli Otok, per ricordare solo uno dei campi di concentramento istituiti. Il regime che ha chiuso un’infinità di scuole di lingua italiana, per tutti gli anni ’50 e dopo. Potrei continuare nell’elenco, ma ne ho semplicemente accennato una parte per ribadire che ogni nostalgia per i totalitaristi che hanno insanguinato le nostre terre – e Tito aveva le mani insanguinate – è fuori luogo, ci riporta indietro e danneggia quella efficace integrazione che la democrazia ha finalmente reso possibile in tutte queste nostri regioni. Un’adesione coerente alle istituzioni comunitarie dell’Ue non può passare attraverso la celebrazione nostalgica delle dittature e dei dittatori che hanno reso terribile il Novecento europeo e giuliano.

Stelio Spadaro
Pd Trieste

Pubblichiamo, per gentile concessione dell'autore, l'articolo apparso sul quotidiano "Il Piccolo" di domenica 26 aprile 2009: